Perché negli Stati Uniti non c'è il socialismo?
Una nuova edizione di un saggio che non cessa di essere attuale, collocandosi a pieno titolo nel dibattito contemporaneo sulle contraddizioni della società americana a confronto con il modello europeo.
Area Varia
Categoria Scienze umane e sociali
Materia SOCIOLOGIA E ANTROPOLOGIA
Lo scritto di Werner Sombart – il grande interrogativo che lo anima e gli dà il titolo – sembra inserirsi nella cornice del discorso sull'eccezionalismo americano avviato da Tocqueville e fare propria al tempo stesso la relazione marxiana fra sviluppo capitalistico e socialismo. Benché abbiamo avuto più di una conferma storica che il legame tra alto grado di sviluppo economico industriale e crescita del movimento socialista non sia così meccanico come lo pensavano i teorici del tempo, ancora a cent'anni dalla pubblicazione il saggio di Sombart rivela tutto il suo interesse, inserendosi a pieno titolo nel dibattito contemporaneo su quella straordinaria nazione che sono gli Stati Uniti. Se non vi troviamo l'atteso sviluppo del movimento socialista, ciò dipende, secondo il sociologo tedesco, dalle particolari condizioni sociali ed economiche del proletariato americano, di cui viene offerta un'analisi per certi versi esemplare.
«Come non di rado accade», osserva Guido Martinotti nella prefazione, «una pur erronea premessa teorica ha portato l'autore a porsi una serie di domande che continuano a essere riproposte dopo cento anni, senza arrivare a una risposta condivisa». Ammirato dall'intelligenza e dallo stile del pamphlet – «come scrivevano bene questi sociologi tedeschi dell'Ottocento» –, glossando Sombart, Martinotti aggiunge nuovi spunti di analisi e indica nuovi interessanti percorsi di ricerca sul supposto eccezionalismo americano, spaziando dal cinema allo sport.
«Come non di rado accade», osserva Guido Martinotti nella prefazione, «una pur erronea premessa teorica ha portato l'autore a porsi una serie di domande che continuano a essere riproposte dopo cento anni, senza arrivare a una risposta condivisa». Ammirato dall'intelligenza e dallo stile del pamphlet – «come scrivevano bene questi sociologi tedeschi dell'Ottocento» –, glossando Sombart, Martinotti aggiunge nuovi spunti di analisi e indica nuovi interessanti percorsi di ricerca sul supposto eccezionalismo americano, spaziando dal cinema allo sport.