I disastri dell'uomo bianco
Perché gli aiuti dell'Occidente al resto del mondo hanno fatto più male che bene
Nel dibattito sullo sviluppo, il libro di Easterly smaschera l'Occidente, la vacuità dei suoi “grandi piani” per combattere la povertà e la sua sostanziale incapacità di aiutare il resto del mondo.
Area Varia
Categoria Discipline economico giuridiche
Materia ECONOMIA E STORIA ECONOMICA - Varia
È possibile che gli aiuti umanitari facciano più male che bene? Sono serviti i cinquant'anni passati e i più di due miliardi di dollari spesi dall'Occidente a migliorare gli standard di vita dei paesi poveri? In realtà, molti dei luoghi in cui si è intervenuti rivelano ancora oggi una situazione assolutamente identica, se non nettamente peggiorata. Gli ambiziosi “grandi piani” per eliminare la povertà non arrivano mai fino in fondo: i contesti locali sono troppo differenti, troppo complessi perché una soluzione univoca possa risultare efficace. Sembra preferibile un approccio più pragmatico, più attento a cercare soluzioni concrete a problemi circoscritti. Meglio dunque la Grameen Bank, la prima banca per il microcredito fondata da Muhammad Yunus in Bangladesh, degli Obiettivi per il Millennio proposti dall'Onu e sostenuti a spada tratta dai paesi occidentali.
Dopo Lo sviluppo inafferrabile, con questa nuova opera – The White Man's Burden, “il fardello dell'uomo bianco”, è il titolo originale, che riprende ironicamente un celebre verso di Rudyard Kipling – Easterly pone l'Occidente di fronte a uno specchio, rivelando la sua incapacità di aiutare il resto del mondo e indicando la strada giusta per tradurre i buoni propositi in risultati effettivi. Appassionato e irriverente, ma anche realistico e rigoroso, recensito su “Foreign Affairs” dal premio Nobel per l'Economia Amartya Sen, questo nuovo libro di Easterly è un punto di riferimento imprescindibile nel dibattito sullo sviluppo.
Dopo Lo sviluppo inafferrabile, con questa nuova opera – The White Man's Burden, “il fardello dell'uomo bianco”, è il titolo originale, che riprende ironicamente un celebre verso di Rudyard Kipling – Easterly pone l'Occidente di fronte a uno specchio, rivelando la sua incapacità di aiutare il resto del mondo e indicando la strada giusta per tradurre i buoni propositi in risultati effettivi. Appassionato e irriverente, ma anche realistico e rigoroso, recensito su “Foreign Affairs” dal premio Nobel per l'Economia Amartya Sen, questo nuovo libro di Easterly è un punto di riferimento imprescindibile nel dibattito sullo sviluppo.