L’affermarsi del nuovo discorso capitalistaha comportato, secondo Jacques Lacan, una profonda ridefinizione della norma sociale– non più centrata sulla disciplina e sull’inibizione dei desideri ma, al contrario, sul loro rivolgimento dentro un maniacale e autistico godimento consumistico. Posto di fronte all’erosione dell’ordinamento simbolicoe all’assottigliarsi del legame sociale, il soggettoè sembrato perdere il proprio orientamento etico. Lo smarrimento del soggetto è allora il frutto dell’inesorabile, ma anche problematica, crisi della modernità e del suo principale istituto sociale, il lavoro. Se lo scenario post moderno appare quindi gravido di drammatiche criticità, al contempo esso mostra inedite e inaspettate opportunità. L’inquietudine che attraversail nostro tempo non deve condurci necessariamente a un atteggiamentodi rassegnata e sterile denuncia del presenteo, peggio, verso istanze di recupero nostalgicodi verticali strutture normative e societarie.Si tratta al contrario, sostiene con convinzione l’autore del volume, di aprirsi alla contingenza giocando fino in fondo la scommessa cheha come posta principale l’invenzione di nuove istituzioni democratiche e l’inaugurazionedi prassi sociali che siano adeguate alla portata del cambiamento epocale che ci attende.