I resti della città

Napoli tra riciclo urbano e metabolizzazione del costruito (XIX e XX secolo)

Il libro, incentrato sul caso paradigmatico della città di Napoli, persegue il triplice obiettivo di ricostruire l’evoluzione dei resti metabolici in seno all’ecosistema urbano, di restituire il ruolo dei "resti architettonici" nella formazione di quel che è venuto configurandosi quale vero e proprio palinsesto stratificato, di fondare un confronto pertinente tra i due fenomeni, richiamando il lavoro pioniere di Kevin Lynch sulla dissipazione "delle cose e dei luoghi".

Area Varia
Categoria Discipline umanistiche
Materia STORIA - Strumenti
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Struttura unica

ISBN: 9788867742103

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Le attuali e sempre più condivise preoccupazioni ambientali invitano a posare uno sguardo nuovo sull’esistente, per individuare utili risorse tra materie e luoghi scartati. Il volume propone un’esplorazione sintetica della città attraverso lo studio dei suoi resti metabolici – inevitabili, ambigui, preziosi – ai quali viene riconosciuto un valore testimoniale essenziale. L’analisi di due cicli di funzionamento principali – la produzione/fruizione di risorse e beni di consumo e la costruzione/trasformazione dello spazio abitato – permette di evidenziare l’alternanza di operazioni di valorizzazione e/o rifiuto e di sottolineare il ruolo cruciale dei resti in esame, in tensione perenne tra problema ed opportunità.
Il libro, incentrato sul caso paradigmatico della città di Napoli, persegue il triplice obiettivo di ricostruire l’evoluzione dei resti metabolici in seno all’ecosistema urbano, di restituire il ruolo dei "resti architettonici" nella formazione di quel che è venuto configurandosi quale vero e proprio palinsesto stratificato, di fondare un confronto pertinente tra i due fenomeni, richiamando il lavoro pioniere di Kevin Lynch sulla dissipazione "delle cose e dei luoghi".
Il racconto restituisce la lunga evoluzione che parte dalla rivoluzione batteriologica e dalla costruzione della città sanitaria, quando il funzionamento urbano è fortemente strutturato attraverso un attento bilancio di materie ed elementi e su un utilizzo scrupoloso di rovine, macerie ed aree dismesse, e giunge agli anni del governo fascista, quando una vera e propria "guerra contro gli sprechi" sembra ispirare molteplici strategie di ottimizzazione di risorse ed infrastrutture esistenti. Prima di concludere con uno sguardo alla situazione recente, caratterizzata da due crisi nevralgiche – dei rifiuti e della dismissione – e dall’approvazione di due documenti cardine – zero-waste e zero-ettari –, esso effettua una breve escursione nel periodo 1950-1980, caratterizzato dall’introduzione di nuovi modelli di consumo che non poche conseguenze hanno avuto al contempo in materia di gestione dei rifiuti urbani e di progetto del territorio, traducendosi in quel fenomeno di spreco metabolico ed edilizio che le nostre città diffusamente testimoniano.

Autore
Roberto D’Arienzo è architetto, dottore in Architettura (Université Paris 8, Francia) e in Storia e Conservazione dei Beni architettonici e del Paesaggio (Università Federico II, Italia), qualificato presso il Consiglio nazionale delle università alle funzioni di Maître de conférences, ricercatore-membro del laboratorio Gerphau (EA 7486 / ENSAPLV), professore all’Ecole Spéciale d’Architecture di Parigi (laboratorio di Master "Habiter l’Anthropocène"), urbanista a Systra. Ha pubblicato Métabolismes urbains. De l’hygiénisme à la ville durable. Naples, 1884-2004, MētisPresses 2017 e curato "Waste as ressource", Global Environment vol. 10, no 2, 2017, Synergies urbaines. Pour un métabolisme collectif des villes (con C. Younès), MētisPresses 2018, Ressources urbaines latentes. Pour un renouveau écologique des territoires (con C. Younès, A. Lapenna, M. Rollot), MētisPresses 2016 ; Recycler l’urbain. Pour une écologie des milieux habités (con C. Younès), MētisPresses 2014.