Pratica collaborativa, approfondiamo il dialogo
Un percorso innovativo nei conflitti familiari
Guarda il video di presentazione del libro: Separarsi con pratica collaborativa per evitare traumi e stress
Area Varia
Categoria Scienze umane e sociali
Materia SOCIOLOGIA
Questo libro nasce dall’esigenza di avere, anche in Italia, un volume aggiornato sullo strumento della Pratica Collaborativa, un metodo non contenzioso per risolvere i conflitti familiari – dalle separazioni, ai divorzi, alle successioni – fuori dalle aule dei tribunali.
Nancy Cameron espone in modo semplice e appassionato i principi, i valori (lealtà, trasparenza e ascolto delle parti) e i benefici del nuovo paradigma collaborativo, che mira all’empowerment delle persone trasformando il conflitto in processo di cambiamento e crescita individuale.
Questo volume costituisce un riferimento prezioso per tutti i professionisti di diversi settori (avvocati, psicologi, mediatori, specialisti finanziari, esperti di comunicazione…) desiderosi di conoscere e approfondire il percorso della Pratica Collaborativa.
Nancy J Cameron : Pratica Colloborativa, approfondiamo il dialogo.
Un percorso innovativo nei conflitti familiari. A cura di Cristina Mordiglia.
recenzione di Marianella Sclavi
Questo libro è al tempo stesso un manuale e un racconto affascinante di come è emerso e si sta affermando nel mondo occidentale il “diritto collaborativo” , ovvero un metodo non contenzioso di risolvere i conflitti, fuori dalle aule dei tribunali, promosso da gruppi sempre più numerosi di avvocati ( in grandissima maggioranza avvocatesse ) che operano in particolare nell’area delle crisi familiari, dalle separazioni ai divorzi, alle successioni. E’ la descrizione - nientedimeno che - di una rivoluzione molecolare culturale e strutturale del sistema di diritto legale in occidente.
Una rivoluzione che sostituisce all’etica del diritto, l’etica della cura, alla risoluzione dei conflitti delegata ad altri, la possibilità di utilizzare le crisi per apprendere a gestire in prima persona i conflitti in modo creativo e trovare col coniuge un accordo partecipato che mette al primo posto l’interesse e benessere dei figli e la capacità dei genitori di collaborare anche se ( o proprio perché ) separati.
Se vi chiedete come è possibile abbattere questo Moloch, da dove si comincia a cambiarlo ? In questo libro trovate una risposta che travalica la categoria del diritto di famiglia e coinvolge quasi tutti. La risposta è: prendete sul serio il vostro perdurante senso di disagio. Chiedetevi , come fa Nancy Cameron: “Come posso impostare la mia vita professionale in modo che non sia un buco nero che minaccia di inghiottire tutte le altre aree della mia vita che mi danno gratificazione ? “ E per contro: “ Voglio un lavoro che sia intellettualmente stimolante; voglio continuare a imparare e sviluppare le mie capacità e che queste competenze possano integrare la mia vita personale” . Sappiate che se
non osate prendere sul serio i vostri desideri state rinunciando non solo a rendere il vostro lavoro più interessante e utile per voi, ma anche per tutti coloro con cui interagite sia nel lavoro che nella vita sociale e privata. Penso al lavoro nelle scuole, nella PA, negli ospedali e luoghi di cura e assistenza.
Il libro racconta come un numero sempre più numeroso sia di avvocati che di coppie in crisi si imbarca su questa strada che ha ormai una serie di appoggi e reti a livello internazionale e nazionale. Dai corsi di formazione periodici, ai lavori in team, alle associazioni: la International Accademy of Collaborative Professionals ( fondata nel 2000) e la sezione italiana con sito: www.praticacollaborativa.it ( fondata nel 2010) .
Dal 1990 ad oggi, quando l’avvocato Stuart Webb nello stato del Minnesota vedendo le conseguenze disastrose sulla vita dei coniugi e dei loro figli dei procedimenti legali dominanti ( sempre più costosi, procrastinati e inefficaci ) dichiarò “ non metterò più piede in tribunale “ per inaugurare una modalità di advocacy alternativa capace di aiutare le parti ad acquisire quelle capacità di ascolto attivo e gestione creativa dei conflitti di cui mancavano e di cui avrebbero avuto bisogno nella vita futura, il movimento collaborativo si è diffuso in tutto il mondo coinvolgendo oltre 5000 professionisti iscritti al IACP appartenenti a 24 diversi paesi.
Stuard Webb era buddista e la maggior parte degli avvocati più attivi nella rete sono donne. E ciononostante stanno decisamente sgretolando il Leviatano. Tirate voi la morale della favola.
Da parte mia, se devo estrarre l’ingrediente principale di questo successo, lo formulerei così: fondamentale ( non solo per gli avvocati, ma per tutti gli altri professionisti ) è il corso di formazione alla pratica collaborativa e iniziare a parlare di risoluzione alternativa delle controversie e dei conflitti “ad ogni cliente che entra nel vostro ufficio. ”
Il cliente ( lo studente ? Il malato ? il cittadino ? ) nella pratìca collaborativa è protagonista e può esserlo solo se ha capito quali sono le opzioni : comefunziona il sistema burocratico e gerarchico dominante e che esistono altre opzioni nelle quali non è trattato come un minus habens e non deve trattare chi la pensa diversamente o chi è diverso come nemici.